Nel 2026 farà il suo ritorno il superammortamento, lo strumento fiscale pensato per sostenere gli investimenti delle imprese italiane, in particolare nel campo della transizione digitale ed ecologica. La misura sarà inserita nella prossima Legge di Bilancio 2026, con un fondo da 4 miliardi di euro destinato dal Governo a questo nuovo pacchetto per la crescita produttiva.
Quali sono le spese agevolabili ai sensi del superammortamento 2026
Il superammortamento andrà a sostituire i crediti d’imposta 4.0 e 5.0, che rimarranno applicabili solo per gli investimenti effettuati entro il 31 dicembre 2025. Dal 1° gennaio 2026, e fino al 31 dicembre dello stesso anno, le imprese potranno usufruire delle nuove agevolazioni, con una finestra di proroga fino al 30 giugno 2027 nel caso in cui l’ordine sia stato accettato e sia stato versato un acconto di almeno il 20% entro la fine del 2025.

Le spese agevolabili comprendono:
- beni materiali e immateriali interconnessi ai sistemi aziendali di produzione o alle reti di fornitura;
- impianti destinati all’autoproduzione e all’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili, inclusi i sistemi di stoccaggio.
Il meccanismo prevede diverse aliquote di superammortamento a seconda dell’entità dell’investimento:
- 180% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
- 100% per investimenti tra 2,5 e 10 milioni di euro;
- 50% per investimenti tra 10 e 20 milioni di euro.
Nel caso in cui l’investimento comporti anche un risparmio energetico del 3% nella struttura produttiva o del 5% nel singolo processo, le aliquote salgono a:
- 220% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
- 140% per investimenti tra 2,5 e 10 milioni di euro;
- 90% per investimenti tra 10 e 20 milioni di euro.
Tuttavia, non mancano le perplessità. Secondo Cristian Camisa, presidente di CONFAPI, la misura rischia di favorire soprattutto le grandi imprese, lasciando indietro le PMI:
“I dati dimostrano che questa misura è più adatta alle imprese di maggiori dimensioni. Il credito d’imposta, secondo le valutazioni della confederazione, sarebbe stato invece uno strumento meglio utilizzabile dalle PMI.”
La discussione ora passa al Parlamento, dove il testo della Legge di Bilancio 2026 sarà oggetto di confronto tra Governo, imprese e associazioni di categoria, per cercare di bilanciare il sostegno allo sviluppo industriale con l’esigenza di rendere le agevolazioni realmente accessibili a tutto il tessuto produttivo nazionale.




